⊗ Situazioni di gioco particolari. Secondo le regole del tennis, il gioco prosegue quando: la palla rimbalza nel campo corretto dopo aver toccato la rete o i paletti; la palla rimbalza nel campo corretto dopo essere passata lateralmente ai paletti, anche se al di sotto di un’immaginaria prosecuzione della rete; la palla viene colpita dal giocatore nel proprio campo, ma il movimento della racchetta termina in quello avversario (senza però toccare la rete); una palla persa in campo da uno dei due giocatori (non vale se la palla arriva da un altro campo esterna) viene colpita da quella in gioco, che resta l’unica da colpire nel proseguire dello scambio.
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⊕ Il fallo di piede è la regola che stabilisce che durante il compimento del movimento del servizio, e prima di colpire la pallina con la racchetta, non è possibile toccare con il piede né la riga di base, quella di fondocampo, e nemmeno il prolungamento immaginario della linea che delimita il lato di battuta (dalla linea laterale del corridoio fino al segno centrale di servizio). La chiamata del fallo di piede comporterà la non validità di quello specifico servizio, quindi se chiamato alla prima di servizio, il giocatore avrà a disposizione la seconda palla di servizio. Se invece viene chiamato sulla seconda di servizio, esso comporterà la perdita del punto.
È incredibile quanti giocatori fanno fallo di piede anche a livelli medio-alti (seconda categoria per intenderci). Eppure ci sono ragazzi che si lamentano che l’avversario gli ha “fregato” dei punti, senza tener conto di tutti i falli di piede commessi! Molti non curano il fatto di fare fallo perché non ci sono arbitri di sedia nei tornei minori, perpetuando in questo brutto atteggiamento tecnico e psicologico. Sul piano mentale, il fallo di piede rappresenta un atteggiamento disordinato e poco rispettoso, oltre che il violare una regola fondamentale del gioco. Allenare l’equilibrio e l’orientamento nella battuta permettono un servizio efficace evitando definitivamente il fallo di piede.
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⊗ Si definisce con il termine destrezza, la capacità di essere padroni di coordinazioni complesse di movimento, di apprendere e perfezionare rapidamente abilità di movimento sportive; saper utilizzare razionalmente queste abilità ed adattarle opportunamente in modo rapido, in relazione alle esigenze di una situazione che varia continuamente. Nel nostro sport, dove vi è un rapido alternarsi delle condizioni di gara e una notevole varietà di azioni, quando ci si presenta una situazione che varia improvvisamente, è necessaria una grande destrezza per reagire rapidamente, in modo coerente ed opportuno. La destrezza è un presupposto importante per l’apprendimento ed il perfezionamento. Un’elevata destrezza è anche necessaria nei cosiddetti movimenti di reazione dell’atleta, soprattutto quando si tratta di ristabilire, immediatamente, in modo riflesso, l’equilibrio che si sta perdendo.
L’atleta dovrebbe ininterrottamente apprendere nuove abilità. Se per lungo tempo si trascura l’integrazione di nuovi movimenti, viene a ridursi la capacità di apprendimento. Questo punto di vista riguarda particolarmente quelle discipline sportive il cui concetto di prestazione consiste nell’essere in possesso di una capacità di esecuzione difficile e molto estesa. I movimenti standardizzati che si svolgono in condizioni standardizzate, non contribuiscono più allo sviluppo della destrezza. Mentre le altre qualità fisiche si possono sviluppare anche mediante movimenti relativamente semplici, gli esercizi per lo sviluppo della destrezza debbono manifestare un certo grado di difficoltà sotto l’aspetto della coordinazione motoria.
🌎 Amanda Gesualdi, Sport & Tennis Coach ✉️ amagesu@me.com 📱3486503090 🖥 Facetime o Skype 🕍 Milano – Lecco
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