Parecchi studi condotti fin dal 1970 su una tecnica specifica, la Meditazione Trascendentale, hanno evidenziato la sua efficacia nella diminuzione di ansia e stress e nel miglioramento della salute. In seguito furono condotte altre ricerche ed analisi coinvolgendo altri metodi di meditazione. Studi Scientifici, pubblicati nel 2000 sull’International Journal of Psychotherapy, hanno identificato le seguenti componenti in comune con tutti i metodi meditativi:
– Rilassamento, calma e senso di armonia psichica
– Concentrazione
– Alterato stato di coscienza
– Sospensione dei processi di pensiero logico e razionale
– Presenza di una attitudine alla auto-coscienza ed alla auto-osservazione.
Numerosissimi sono gli studi della comunità medica sugli effetti fisiologici della meditazione. Il Dr. James Austin, neuropsicologo dell’Università del Colorado, ha indicato come la Meditazione Zen possa modificare le connessioni nervose del cervello nel suo libro “Zen and the Brain” (Austin, 1999). Questo è stato confermato mediante risonanza magnetica funzionale sull’attività del cervello.
Recentemente uno studio scientifico americano pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha dimostrato effetti rilevanti della Meditazione sul miglioramento delle condizioni di vita: la depressione si attenua, e le difese immunitarie si rinforzano. I ricercatori hanno verificato che il gruppo di studenti che aveva praticato, riportava una concentrazione di cortisolo molto inferiore e una migliore risposta immunitaria rispetto al gruppo di controllo. Dai questionari è anche emerso che la Meditazione aveva abbassato i livelli di rabbia, ansia, depressione e fatica. Il dottor Yi-Yuan Tang, il coordinatore della ricerca ha così dedotto che: “la consapevolezza e l’attenzione sono aspetti della vita che possono essere esercitati, esattamente come i muscoli”.
Come indicato da Hanin (1980), l’acronimo IZOF sintetizza i seguenti concetti:
• Individual: la zona di funzionamento ottimale è specifica ed individuale per ogni atleta. Un determinato livello di ansia può essere infatti funzionale o disfunzionale a seconda della disciplina praticata, della sezione di gara in cui si verifica e delle caratteristiche personali dell’atleta.
• Zone: si tratta di un campo di valori superato dove la prestazione decade. Nella zona di funzionamento ottimale si ottiene potenzialmente la performance migliore.
• Optimal Functioning: ogni atleta esprime un livello (che va stabilito individualmente) ottimale di ansia funzionale per il raggiungimento della prestazione più elevata.