Nell’ultimo ventennio sono cambiate moltissime cose nel gioco del tennis, una di queste è la esagerata ed esasperata emissione di “suoni” da parte degli atleti quando impattano la palla.
Il tennis si è sempre distinto dagli altri sport per il silenzio ed il fair play. Le tenniste-urlatrici nascono circa 30 anni fa, e non certo per l’uso della corretta respirazione in campo, ma direi piuttosto per altri motivi. Sicuramente il tennis ha visto un grande cambiamento, si è passati da uno sport di destrezza fine ad uno di potenza, soprattutto con l’avvento dei nuovi materiali, più performanti, ed un cambiamento fisico dei giocatori direi eccezionale.
Essendo richiesta sempre più forza nel gesto tennistico, anche la tecnica respiratoria è diventata più presente, e vocalizzata. C’è comunque una notevole differenza tra il suono di uno sforzo e quello di un urlo. Il primo è qualcosa di naturale e per certi versi auspicabile, il secondo ha motivazioni di altro tipo.
Per Martina Navratilova l’urlo è “barare, puro e semplice”. Sinceramente sono d’accordo con la ex numero 1. Oggi ci stiamo abituando ad un tennis rumoroso, direi isterico! Maria Sharapova, una delle urlatrici più assidue, ha superato i 100 decibel (come la sirena di un’auto della polizia) in più di una occasione. C’è chi ha scelto di abbassare il volume della televisione e chi, sul campo, ha portato cuffie e tappi per le orecchie come se andasse ad una gara di Formula Uno.
Quello di cui si parla negli allenamenti sulla forza, e sul mantenimento della condizione fisica, è sempre legato al respirare, allo stabilizzare il respiro per generare più potenza. Altro è, quello che fa ad esempio l’Azarenka, che tramite l’urlo si dà un ritmo, aiuta la concentrazione, e sicuramente infastidisce l’avversaria!
Non sono solo le donne a urlare. I maschi non mancano all’appuntamento. Si va da Rafa Nadal ad Andre Agassi. Una volta Lendl disse che i gemiti di Agassi gli impedivano di sentire il rumore della palla sulla racchetta e quindi di prevederne la traiettoria. Uno studio canadese ha dimostrato peraltro che l’urlo distrae l’avversario.
Per le donne c’è sempre anche un implicito riferimento sessuale. Perché alcune donne gemono o addirittura urlano durante il rapporto sessuale? Forse perché pensano che agli uomini possano piacere le donne “rumorose” e quindi lo fanno apposta per farli contenti? Oppure godono per davvero? È forse un modo di manifestare potere? O di far credere qualcosa che in realtà non esiste?
Studi scientifici dimostrano che le urla, i gemiti, sono dissociate dal piacere che le donne provano realmente. Dunque fingono? In realtà non è proprio una finzione, ma una “strategia”, attivata talvolta in maniera inconscia, che gli esperti del settore hanno denominato “simulazione sonora”.
Da anni l’associazione mondiale del tennis cerca di limitare il fenomeno dell’urlo. Chi è in campo adesso può grugnire, ma con la disapprovazione dei grandi del passato. Il mio personale parere è di ricercare una respirazione efficace e naturale, la quale può cadere talvolta in effetti sonori, che non dovrebbero avere nulla a che vedere con il prevaricare “facendo casino”!