Vita da Pro!

Giocare al Foro Italico è il sogno di qualasiasi tennista o appassionato di tennis italiano. Poter giocare su quei campi è una emozione indescrivibile.

Fino a pochi giorni prima ero molto agitata e nervosa. Infatti durante il viaggio il mio Coach, che nei giorni precedenti la partenza per Roma aveva colto la mia emozione-tensione, mi mandò una nota audio dove mi disse “… il tuo obiettivo l’hai raggiunto, tutto quello che viene ora è in più. Io non mi aspetto nulla da questo torneo. Se mi chiami che hai vinto o che hai perso per me non cambia nulla. Sono felice che hai raggiunto un tuo sogno e hai questa occasione, ma non aspettarti di vincere o di giocar bene perché non puoi sapere cosa può accadere in un palcoscenico così!” … E anche questa volta aveva ragione ..

Arrivata a Roma ero agitatissima! Ma, una volta entrata al Foro Italico, sentii salire la carica e l’adrenalina! Il giorno del viaggio giocai due ore, e il giorno dopo 4 ore più un’altra di atletica. Non riuscivo a fermarmi volevo solo giocare. Avevo il mio badge con foto, nome, ecc., e ogni giocatore aveva la possibilità di avere al seguito fino a 6 persone come ospiti del torneo. Tutto pagato, letto, bevande, caffè, 80 euro al giorno per mangiare, insomma il Paradiso! Campi bellissimi, palle nuove ogni allenamento! Non so se avete visto il film Hunger Games, avete presente la differenza tra il Distretto 12 e Capitol City? Bene, il Foro Italico è Capitol City! Tutto su un piatto d’argento, in spogliatoio c’erano i frigor con l’acqua Levissima, gli asciugamani da utilizzare, massaggiatore, 5 incordatori, all inclusive, di più non si poteva chiedere.

Durante i tornei la maggior parte delle giocatrici non sanno stare da sole, e quindi si creano gruppetti di finte amicizie e quant’altro. Io per fortuna so stare da sola e ci sto pure bene, e prima di fare amicizia ci rifletto, anche perché ai tornei è veramente difficile avere un’amicizia vera in quanto le giocatrici potrebbero essere potenziali avversarie, e l’avversario non è mai tuo amico! Quindi o stavo da sola, o con la mia socia, che oltre con lei aveva portato un team di 5 persone!

Il giorno del match è stato incredibile, una emozione fortissima. Per andare al campo ci fecero passare in un tunnel lungo 600 metri e negli ultimi 100, sulla tua sinistra trovammo le foto di tutte le giocatrici che avevano vinto il torneo, e sulla destra di tutti i giocatori … e noi passammo lì in mezzo prima di approdare in campo. Uscite dal tunnel, scortate andammo in campo. In quel tunnel mi tremavano le gambe! Ma poi in campo passò tutto e così iniziò il match.

Giocammo contro Corinna Dentoni, ex 130 al mondo con ben 13 anni di attività nel circuito, e Alice Balducci, nel circuito dal 2003, vincitrice di 23 tornei di doppio tra 10000 e 25000 (io e Jessica siamo in attività internazionale da un anno!). Inizia il match, 6/1 loro il primo set. Su 7 game 5 andarono al punto secco, essendoci in doppio la regola del no advantage. Non stavamo giocando male, ma se nel punto decisivo vincevano sempre loro, pensai che dovevamo sorprenderle in qualche modo. La mia idea era quella di fare schemi per entrare un po’ di più a rete. Jessica e il suo coach però non erano d’accordo sulla mia intenzione di giocare più schemi, preferivano aspettare la palla buona per entrare a rete senza schemi prefissati. Così continuammo, senza una tattica particolare e, nonostante i tanti 40 pari, il secondo finì 63 per le avversarie. Perso.. Addio Tabellone Principale!

Sono passati un po’ di giorni, ma ancora questa partita non mi va giù. Abbiamo giocato con due avversarie forti e probabilmente avremmo perso comunque, ma sento che avremmo potuto giocare diversamente. Sono molto critica con me stessa a fine match, più in singolo che in  doppio, e visto che sapevo fosse un sogno giocare a Roma, avrei voluto dare il 100 per 100. Per me dare il 100 per cento del mio gioco nel doppio significa giocare tanto a rete. Le mie volée giocate in quel match si possono contare sulle dita di due mani, vale a dire che qualcosa non ha funzionato. Questo è quello che ho percepito io. Per Jessica e il suo allenatore è stata un’ottima partita, giocata su poche palle e in alcune occasioni siamo state sfortunate. Ma io non credo alla sfortuna! Se una giocatrice vince 10 game al punto decisivo, non è fortunata, evidentemente usa la tattica giusta. È stata un’esperienza incredibile, ma per come sono fatta io, sono rimasta delusa dalla prestazione.

In questi giorni dopo il Foro mi sono allenata intensamente, dando molto spazio al miglioramento della tecnica e delle sensazioni su rovescio e servizio, ora sono carica e pronta a ripartire! I prossimi tornei che prevedo di giocare sono il 15.000$ in Serbia, il 60.000$ a Brescia (anche solo il doppio), e il 25.000$ a Padova. Vamos!

Sara Marcionni

Link all’Articolo precedente: “Il successo non si può negare all’atleta che dà al suo sport tutto ciò che ha!

Author: Tennis Olistico

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