Mi chiamo Doriano Bartolini e sono il Presidente del Tennis Rozzano e anche un socio e atleta del circolo. Ho 55 anni, sposato, ho una moglie ed una bambina di 8 anni entrambe socie ed atlete dell’Accademia Tennis Olistico che gestisce l’attività tecnica del Club.
Lavoro nel mondo dell’acciaio, sono AD di una SPA in Italia, e di una in Francia, nella distribuzione di prodotti tubolari e ho la responsabilità di tutte le aziende distributive del Sud Europa (Turkia e Spagna comprese) e dell’area Asia Pacific (in totale una decina di aziende). Eppure nonostante le difficoltà crescenti derivanti dall’evolversi della mia carriera lavorativa, sono riuscito a crescere tennisticamente come non avrei mai potuto immaginare, ad avere una ottima vita familiare, e a coinvolgere i miei nello sport che adoro: il tennis. Come? Provo a spiegarlo in maniera pragmatica:
· PASSIONE: sono originario di Firenze e provengo da una famiglia operaia. Quando ero piccolo mi piaceva da morireeeee il tennis ma i soldi non c’erano allora ho giocato a calcio fino alla laurea, ma due racchettate al muro nel cortile dei box e qualche partitella indecente con gli amici ogni tanto la facevo. A 27 anni mi sono trasferito a Milano ma persi i compagni della squadra, nebbia e freddo di inverno e zanzare d’estate mi hanno fatto abbandonare il calcio. Ho allora riscoperto il tennis attraverso colleghi del lavoro e amici che avevano in passato giocato. Ho comprato la mia prima racchetta: 600 Head Prestige amaranto! È scoppiato l’amore. Trasferitomi a Parigi a 38 anni, ho cominciato a giocare con gente molto più brava di me. Umiliato, straumiliato, ho perseverato con la voglia di crescere tecnicamente infischiandomene di non vincere partite e sono migliorato sulla velocità di palla nonostante grossissime lacune nel diritto e sui colpi al volo. Rientrato a Milano a 43 anni, ho conosciuto per caso al Tennis Rozzano, Amanda, che tennisticamente mi ha cambiato la vita. Sono dapprima diventato un “atleta delle 09.00 del mattino al sabato”, poi uno “sparring delle ladies” fino ad essere in grado oggi di potermi allenare con gli atleti top del circolo sempre con la filosofia, solo se lo merito sul campo e non perché sono il Presidente!!
· TECNICA: allenarsi 2/4, anche 8 ore a settimana da solo non basta. Specialmente per atleti della mia età che hanno ancora voglia di migliorare, è necessario abbinare al tennis la parte atletico-aerobica (io corro o ultimamente mi sono messo anche a nuotare), e la parte di lavoro muscolare (mi alleno in palestra almeno 3 volte alla settimana).
· ORGANIZZAZIONE: si può essere impegnatissimi, io lo sono davvero, ma se si vuole il tempo per fare sport ed allenarsi lo si trova sempre! Con Amanda mi alleno mediamente 4-5 ore alla settimana. Sono fortunato perché il mio lavoro quando sono a Milano mi permette abbastanza flessibilità di orario e quindi la possibilità di allenarmi con tanti giocatori molto bravi e diversi tra loro (tra tutti però a me piace allenarmi con le mie top girls…), di sera, ora di pranzo, tardo pomeriggio, quando c’è posto! È chiaro che gestisco gli impegni, riunioni, viaggi, pranzi, cene di lavoro, anche in funzione dell’allenamento. In palestra si può andare al mattino presto, all’ora di pranzo. Tutti gli hotel che frequento a livello nazionale e internazionale sono rigorosamente selezionati sulla base della sala fitness e non della lussuosità delle camere o dei ristoranti stellati! Correre poi, lo si può fare ovunque, 40-50 minuti, a seconda del tempo disponibile, della temperatura, del livello di stanchezza e di stress.
· UN COACH: senza chi ti spinge a sfidare te stesso, crede davvero in te, ti parla in maniera autentica dei tuoi pregi sottolineando fortemente le aree dove è necessario migliorare, ti fa crescere tecnicamente e tatticamente, ti dà la chance di giocare con i giocatori bravi perché capisce che andrai oltre i tuoi limiti per stare al passo; senza questo è difficile uscire dalla mediocrità e soprattutto non si supera quell’effetto soglia che è a mio giudizio la padronanza del colpo e cioè riuscire nella maggior parte dei casi ad indirizzare la palla nella direzione voluta e con il tipo di colpo desiderato, quella situazione cioè nella quale il braccio ed il cervello sono in perfetta sintonia e sincronia.
Non mi stanco mai di giocare e riesco addirittura a pensare che un giorno il tennis possa essere la mia attività principale, certo non come giocatore ma dietro le quinte, nel ruolo che più mi si addice, quello organizzativo e di gestione del conto economico…ma attenti ad attaccarmi sul rovescio, ho il lungolinea a due mani che non perdona!!
Buon Tennis a tutti e a presto sui nostri campi di Rozzano!