Quando sono in campo e lavoro con un Atleta sono tante le cose che vorrei dire e sono tante le volte in cui scelgo di non dirle. Ho scoperto che il più grande Maestro è in ogni Atleta e che sarà lui a farmi capire come vuole giocare. Il silenzio e la presenza attiva sono i migliori strumenti che conosco. La tecnica esecutiva non è qualcosa da inculcare ma qualcosa da scoprire, costantemente. È un processo continuo che ha bisogno di tempo per prendere vita. Nietsche diceva “bisogna avere in sé il caos per dare vita ad una stella che danza”.
Tutte le tecniche che ho studiato fino ad ora mi servono per supportare il processo creativo che è in ogni Atleta, e so che non è imponendole che creerò un campione. Steiner sosteneva che “ogni bimbo è saggio e che nel corso della vita lo diventa sempre meno; da adulti si diviene più coscienti, si stima di più la razionalità piuttosto che l’inconscia saggezza di un bambino”. Si impara molto ad osservare i bambini che giocano “in strada”. Nessuno meglio di loro è in grado di inventare giochi e regole, ma soprattutto nessuno meglio di loro è in grado di trovare le strategie più adeguate per vincere. Quando insegno a dei bambini che non hanno mai giocato a tennis rimango stupita di quanto siano bravi nel trovare da soli la naturale propensione al gioco, ed è molto difficile per un Maestro restare nella posizione dell’osservatore senza interventi tecnici e stereotipati.
Quando Borg divenne un campione famoso, fu uno dei primi a giocare il rovescio a due mani ad alto livello e fu anche il primo a giocare in top spin. Oggi tutti lo fanno, ma in pochi ricordano il coraggio del suo allenatore nel credere che giocare a due mani ed in top spin fosse possibile! La grandezza fu lasciarlo essere! Esempi come quello di Borg ce ne sono stati: Mc Enroe serviva con la schiena girata verso il campo, Monica Seles giocava diritto e rovescio a due mani, Chang vinse Parigi servendo dal basso e così via…. Dietro questi giocatori c’erano allenatori che si astenevano dall’intervenire e semplicemente osservavano. Questi sono esempi famosi, ma ogni giorno in tutte le scuole di tennis ci sono Atleti “diversi” e sarebbe bene ricordarselo.
Conoscere la tecnica è necessario, farle prendere forme differenti a seconda del giocatore è fondamentale! Farsi fare un vestito da un sarto non è la stessa cosa che comprarne uno di taglia unica. La tecnica applicata ad un giocatore non deve essere vista come un’imposizione nell’esecuzione di un colpo, ma come il tentativo di ottimizzare il movimento, migliorando le sensazioni e la consapevolezza del proprio corpo durante l’azione. Il giocatore deve avere una propria personalità e stile individuale; esso va aiutato nel rendere più efficace la propria tecnica esecutiva, prendendo coscienza di ogni singolo segmento corporeo durante il gesto.