Tra le principali componenti di uno sport troviamo forza, resistenza e flessibilità. Gran parte delle tabelle d’allenamento soddisfano molto bene le prime due componenti grazie all’allenamento con i pesi o all’attività specifica aerobica/anaerobica, però è raro vedere sportivi/agonisti consapevolmente impegnati in esercizi di stretching. Capita spesso di porre in secondo piano le sessioni di stretching o il tempo dedicato a questo allenamento, frutto forse di una non totale consapevolezza sui reali vantaggi e sulla conoscenza del lavoro profondo che si può andare a fare sul proprio corpo. Aggiungere lo stretching ad una tipica sessione di allenamento può, non solo servire a prevenire gli infortuni, ma anche a migliorare il proprio grado di mobilità articolare, riducendo quindi le rigidità muscolari, tutto a vantaggio di un incremento del ROM (Range of Motion) e dell’economia del gesto atletico.
Solitamente si definisce la flessibilità come la capacità di un’articolazione di muoversi liberamente per tutto il suo arco di movimento. Sebbene quasi tutti gli atleti riconoscono l’importanza della flessibilità per il successo e la longevità sportiva, quello che sanno sembra differire da quanto fanno in pratica. Premettendo che in ogni esercizio ci dev’essere una posizione biomeccanicamente corretta in base alle caratteristiche fisiche dell’atleta, gli esercizi ed i tempi di stretching sono soggettivi, così come il livello di tensione, che deve essere proporzionato ai propri limiti. Potrebbe essere poco efficace, quindi, imporre all’atleta tempi di durata, ripetizioni, o più precisamente quando sia meglio effettuarlo.
In linea generale, il consiglio è di praticare un attività di riscaldamento prima dell’esercizio fisico e dedicarsi a una fase di stretching più intensa dopo la sua conclusione. Risulta quindi di notevole importanza avere una buona consapevolezza del proprio corpo non solo a livello muscolare ma anche posturale. Può sicuramente incrementare la consapevolezza durante l’esercizio portare l’attenzione non solo ai muscoli interessati, ma anche alla respirazione, una fase di inspirazione ed espirazione profonda utilizzando il diaframma contribuisce a rilassare il corpo, ad aumentare il flusso sanguigno, favorendo quindi l’allungamento muscolare. Una respirazione profonda, ancor meglio se eseguita ad occhi chiusi, per incrementare un lavoro introspettivo. Vedremo insieme successivamente entrando più nello specifico alcuni esercizi di Stretching mirati al miglioramento della flessibilità muscolare e al benessere fisico nel Tennis.
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Dott.ssa Luana Negrini
Preparatrice Fisica, Educatrice Sportiva Olistica