Si tratta di una molecola sola, il saccarosio, che viene estratta da piante attraverso processi complessi in grandi laboratori, fino a quando viene ridotto a una polvere bianca. Questa polvere bianca crea dipendenza e viene distribuita in piccole buste, così come altre sostanze che creano dipendenza.
Poco più di un secolo fa lo zucchero non esisteva nella dieta Italiana, ma gradualmente, quasi in sordina, è penetrato in ogni anfratto della dieta moderna. Oggi lo zucchero è una delle sostanza più consumate. Tanto per fare un esempio: l’Italiano medio consuma circa 22 kg di pasta all’anno e più di 50 kg di zucchero all’anno (per lo più nascosto in vari alimenti, oltre a quello aggiunto nel caffè).
Lo zucchero devasta la salute creando debolezza fisica e fragilità mentale. Il primo passo sarebbe abolire lo zucchero e sostanze simili. Ovviamente ci sono interessi dietro ad ogni cosa e certi ambienti sono molto lenti a cambiare, ma anche nel mondo delle diete “naturali”, e “bio”, o vegane, c’è spesso e volentieri troppo zucchero, a volte sotto forma di zucchero di canna (solo 98% chimica pura), fruttosio (è esattamente uguale), sciroppo di agave (che è quasi solo fruttosio) e altri dolcificanti spacciati per “naturali”.
Lo zucchero è una delle cause principali di osteoporosi, Alzheimer e di tutti i processi degenerativi. Ci sono tantissimi dolci che si possono fare con dolcificanti equilibrati, come il malto e la frutta di stagione.
Venendo allo sport, introdurre zucchero prima di una gara non porta benefici negli sportivi al contrario limita le loro prestazioni e influisce negativamente sulla resistenza e la performance in generale, scopriamo il perché. A quanti di noi, da bambini, l’allenatore ci dava da succhiare qualche zolletta di zucchero prima della partita? Ancora me lo ricordo. Sono passati molti anni, ma aimè la cattiva abitudine di dare zuccheri poco prima della gara non è del tutto tramontata. È vero che lo zucchero fornisce calorie, ma è altrettanto vero che se ingerito un’ora prima dell’ attività sportiva anziché darci la “carica” contribuisce a farci stancare prima e abbassando il nostro rendimento. Se ingeriamo zucchero (fino a un’ora prima dell’attività fisica) il livello di glucosio nel sangue aumenta rapidamente, creando dei picchi glicemici in eccesso ed in difetto.
Il Lancet (una delle più importanti riviste scientifiche) ha pubblicati un editoriale sulla “guerra allo zucchero” da parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ribadendone l’importanza per la lotta contro tutte le malattie non trasmissibili, quali: diabete, ipertensione e obesità.
Secondo i nostri LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) la quantità raccomandata di zuccheri semplici nella dieta giornaliera dovrebbe essere inferiore al 15% dell’energia totale. Secondo l’OMS questa quantità andrebbe ridotta al 10% con la raccomandazione a ridurre ulteriormente questa soglia al 5%. Già bevendo solo un bicchiere da 250 ml di Coca Cola superiamo la soglia del 10%! L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha alzato la posta nella sua lotta contro lo zucchero. Come prima cosa ha sollecitato i governi a: introdurre sovvenzioni per frutta e verdura (che aiutino cioè a ridurne il prezzo del 10-30%) e applicare una tassa sui cibi non sani, in particolare sulle bevande zuccherate. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità muovendosi in questa direzione, ha vietato nella sua sede centrale la vendita di bevande zuccherate.
Sicuramente uno dei maggiori benefici di questa campagna dell’OMS è quello di aumentare la consapevolezza sugli effetti negativi di un eccessivo consumo di zucchero estendendo questo concetto verso alimenti industriali ritenuti sani in cui invece è presente lo zucchero, come i succhi di frutta e il cioccolato al latte.
Le linee guida dell’OMS sono uno strumento che può aiutare e incoraggiare i governi a rimuovere le bevande zuccherate dalle scuole e dagli ospedali, e nel regolare o tassare i cibi ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi come un modo per ridurre il consumo di alimenti malsani che generano malattie non trasmissibili.