La pratica sportiva risulta essere il mezzo migliore per la ricerca e il raggiungimento di un benessere psico-fisico. Intraprendere uno sport sia esso in chiave agonistica, sia esso come puro svago infrasettimanale o meno, non dovrebbe mai far perdere di vista che l’obiettivo primario debba essere la felicità e il piacere nello svolgerlo; un elemento aggiuntivo in grado di migliorare la qualità dei nostri momenti. Prima di pensare all’atleta dobbiamo tenere presente che di fronte a noi si trova una persona, un essere vivente in grado di provare sentimenti positivi e negativi e, in grado di suscitare nell’altro una corrispettiva risposta. Non soltanto nelle relazioni persona a persona si possono rilevare tali elementi ma, allo stesso modo un’attività è in grado di suscitare forti emozioni o divenire mezzo per la scoperta delle stesse. Lo sport è senza dubbio mezzo di educazione e scoperta di valori e principi e risulta corretto indirizzarsi verso la più soggettiva e idonea scelta possibile.
La sensazione di pienezza dello sport come crescita personale inizia a circolare adrenalinicamente nelle vene sin da piccoli. Lo sport può essere di squadra o individuale e per un genitore che si trova a scegliere con il proprio figlio l’attività a lui idonea può risultare importante analizzare le caratteristiche che distinguono l’uno dall’altro. Il movimento si trasforma in sport quando ad esso viene associata l’esecuzione del gesto tecnico a cui si affianca la consapevolezza di ciò che si sta facendo per raggiungere un obiettivo. Lo sport è gioco e attraverso il gioco il bambino si avvicina allo sport applicando, a seconda della disciplina scelta, gli schemi motori adatti. Al di là dell’aspetto motorio sussiste anche un aspetto psicologico identificabile nelle abilità mentali prettamente sport-specifiche. Skill è il corrispettivo di abilità, dunque le Skill Mentali rappresentano le abilità sport-specifiche.
La fusione tra l’ambiente che detiene l’importanza nel definire stabilità e prevedibilità nella disciplina praticata e le caratteristiche disciplino-specifiche ci permette di classificare l’attività sportiva in Closed Skill e Open skill. Nelle prime la prestazione avviene in ambienti stabili e costanti, prevedibili, e l’atleta ha il tempo per prepararsi all’azione. Nelle Open skill la prestazione si adegua ai cambiamenti ambientali e bisogna essere pronti ad agire di fronte ad eventi mutevoli. Uno sport di squadra sarà predisponente verso elementi quali: rispetto, integrazione, affiliazione, rispetto dei ruoli e collaborazione; mentre uno sport individuale, sarà caratterizzato da gestione dello stress, motivazione intrinseca, propensione al rischio, autonomia e reazione all’errore. In base alla durata dell’azione si distinguono discipline acicliche con un inizio ed una fine ben identificati, durata breve (tiro in porta nel calcio); cicliche con un inizio ed una fine non identificabili, durata relativamente ampia (nuoto); seriali con abilità acicliche poste in sequenza, fino a formare un azione protratta nel tempo (ginnastica ritmica). Il tennis che ci accomuna in queste righe, e sul campo, rientra nelle discipline Open skill; classificato come sport individuale richiede un’ottima preparazione fisica con modulazione dell’attenzione per affrontare la fatica a cui si è soggetti. La pratica è protratta per lungo tempo per questo si inserisce nel quadro delle discipline seriali.
Se ripenso alle prime volte in cui ho camminato su un campo in terra rossa ricordo tanti giochi, risate e un maestro in grado di attirare l’attenzione verso di sé a tal punto da farti eseguire per la prima volta gesti anche più complessi. Fiducia, divertimento e collaborazione nei giochi di squadra. Se ripenso alle prime volte in cui ho camminato su un campo in terra rossa non più da principiante ma da agonista ricordo un maestro un po’ meno divertente e più esigente, in grado di far sviluppare elementi necessari per lo sviluppo della personalità: impegno, sacrificio, dedizione, perseveranza. Ore e ore passate a colpire quella pallina gialla anche in giornate “storte” dove proprio non ne andava una giusta. Una volta a casa l’umore non cambiava anzi, il nastro si avvolgeva nella ricerca del momento “no” per scendere il giorno dopo di nuovo in campo, più convinta e vogliosa di riuscire. Erroneamente più volte ho pensato che bastasse allenarsi senza sosta anche quando il fisico era stremato. Mai pensare che la benzina possa provenire solo esclusivamente da gambe e braccia. La testa, fa la differenza, è in grado di trainarci nei momenti no, farci dare il meglio e andare oltre i propri limiti. Così come si può allenare e migliorare il diritto, il rovescio e altrettanti colpi, è possibile allenare continuando a dare linfa vitale con appositi esercizi, la nostra mente. A tale deduzione sono arrivata nel tempo dopo averlo provato sulla mia stessa pelle come atleta e dopo averlo approfondito e, continuando a farlo, attraverso il percorso di studi in psicologia e psicologia dello sport.
È con piacere che ho potuto constatare come il Test di Corsi per l’incremento della memoria, il Questionario sull’Attenzione e il Diario di Allenamento, siano esercizi in grado di incrementare e migliorare l’atto performante. Nel Test di Corsi al soggetto viene chiesto di toccare i cubetti subito dopo che sono stati toccati dall’esaminatore. La mano per il soggetto esaminato deve essere quella dominante. Via via la serie di cubetti da toccare diviene sempre più complessa. Il punteggio sarà dato dalla serie di cubetti per la quale sono state riprodotte almeno due sequenze corrette. Il Questionario sull’Attenzione auto-somministrabile ci interroga sulla capacità di integrare efficacemente stimoli esterni, sugli errori dovuti ad un sovraccarico di più elementi contemporaneamente, e sulla capacità di restringere il focus attentivo quando necessario… Proficua è la creazione di un Diario di Allenamento dove annotare dando un valore da 0 a 10, l’autopercezione di: impegno, spirito giusto, forma fisica, risultati ottenuti, voglia di allenarsi. Questo monitoraggio permette di riscontrare l’andamento della prestazione e le aree eventuali di miglioramento.
Marta Silvino
Psicologa dello Sport – Atleta ed Insegnante di Tennis
marta.silvino@yahoo.it