La filosofia ed il metodo educativo UISP nel Tennis

Voglio iniziare questo mio lavoro con una “riflessione” di uno dei miei poeti-scrittori preferiti, Kahlil Gibran: ”Nessuno può rivelarvi nulla se non ciò che si trova in stato di dormiveglia nell’albeggiare della nostra conoscenza. L’insegnante che avanza nell’ombra del tempio, fra i suoi discepoli, non trasmette la sua sapienza, ma piuttosto la sua fede e la sua amorevolezza. Se è veramente saggio non vi introdurrà nella casa della sua sapienza, ma vi accompagnerà alla soglia della vostra mente.”

In queste parole, secondo me, è racchiusa l’essenza della filosofia formativa della UISP. Una filosofia che non sapevo appartenesse a questa associazione, che non percepivo, nonostante la mia passione per la sfera formativa del tennis, prima di tutto come discente e studioso.

L’atteggiamento della “scuola tradizionale”, attraverso i propri canali diretti e mediatici ha probabilmente mirato ad oscurarne tutte le potenzialità. La mia scelta di iscrivermi al corso per Insegnanti UISP è stata infatti sollecitata da Insegnanti UISP, per l’appunto, che stimo, e non da una percezione diretta pubblica dei valori espressi propri di questo Ente di Promozione.

UISP mette al centro la persona, la tolleranza sulle opinioni dell’altro, l’inclusione e non la selezione-esclusione, puntando molto sull’empatia e cioè sulla volontà e capacità di comprendere i bisogni dell’interlocutore. Nel caso specifico dell’allievo. Un atteggiamento formativo che tende a far emergere la creatività, il divertimento, la libertà, la valutazione e l’accettazione di se stessi e del proprio potenziale onde poterlo accrescere, passo dopo passo, con serenità.

Anche il formatore cosi’ “va incontro” all’allievo, in un circuito virtuoso, tanto da poter definire il maestro come “insegnante insegnato”.

Questa filosofia educativa, che non si basa quindi su indicazioni prescrittive, fredde, asettiche e pretenderne la rigida acquisizione mnemonica, permette, attraverso continui reciproci feed-back tra insegnante e allievo, il crearsi di una collaborazione virtuosa , che ha come obiettivo massimo il formare allievi autonomi come individui e i migliori campioni di se stessi.

La filosofia appena descritta ha un valore generale, orizzontale, in ogni tipo di attività sportiva, ma anche umana. È quindi una visione della vita, dei rapporti e della società. Non è sbagliato, pertanto, definirla anche una filosofia politica, che pratica nel rispetto delle regole e nella distinzione dei ruoli, l’ascolto e la valorizzazione dell’individuo e delle proprie potenzialità.

 

Dalla filosofia al metodo

Premetto che ho scelto di evidenziare e sviluppare i capisaldi metodologici alla base della concezione formativa oggetto del programma di questo corso, (piu’ che aspetti tecnici o specifici, anche se importanti), perchè ritengo che le basi metodologiche, siano una precondizione culturale, per poter rendere efficace l’insegnamento dei vari aspetti (tecnici, dell’allenamento aerobico, anaerobico, concentrazione e resilienza, dell’alimentazione o anche  di quelli psicologici situazionali quali ad es. la “paura di vincere”, la visualizzazione, la sovra o sotto attivazione etc.),trattati nell’ambito del corso.

Elencherò i principi e le varie metodologie con un ordine che evidenzi i concetti secondo un mio schema mentale che si è venuto formando, metabolizzando ciò che ho appreso. A seguito di quanto appena detto inizierò evidenziando l’importanza della Comunicazione.

 

comunicazione_efficaceLa Comunicazione
Considero essenziale questo aspetto. Avere la consapevolezza non solo che la comunicazione deve essere chiara e coerente, ma anche che comunicando si trasmettono informazioni (verbali e non verbali) che determineranno conseguenze positive o negative molto importanti negli altri, è alla base di un lavoro prima di tutto responsabile nei confronti del prossimo.

Dando per scontato che l’obiettivo che ci proponiamo è la valorizzazione massima dell’equilibrio, della serenità, e dello sviluppo delle potenzialità dell’allievo, non è comunque sufficiente essere spontanei, bensì occorre studiare le modalità con cui si possa ottenere una comunicazione efficace e rispettosa. A questo proposito, ritengo che possano essere molto utili approfondimenti e studi sulla “intelligenza emotiva” e P.N.L. , ed il libro “Arte, educazione, performance nel tennis” di  Erasmo Palma e Andrea Castellani.

In questo quadro ci viene molto utile la conoscenza dell’ “analisi transazionale”. Si tratta di una teoria psicologica che studia l’individuo all’interno dell’ambiente in cui vive, attraverso i comportamenti che manifesta. Lo scopo di questa teoria della personalità è quello di indagare i comportamenti dei soggetti in relazione (allievi, atleti), comprendere le motivazioni per cui a volte si sente del disagio ed individuare quali siano le modalità più opportune per evitare il disagio e vivere, il più possibile, in armonia.

Per raggiungere questi obiettivi, l’Analisi Transazionale scompone la struttura della personalità in tre elementi distinti (stati dell’Io) che l’allievo (ma anche l’insegnante ) può presentare. L’Io genitore, l’Io bambino, l’Io adulto. Per semplificare questo concetto proverò ad esprimermi in modo semplice.

I tre “Io”, secondo appunto l’analisi transazionale, sono in sostanza tre tipi di “atteggiamenti” di fondo che possono contraddistinguere il modo di essere e quindi di comunicare.

Avere l’Io genitore significa  atteggiarsi  in modo genitoriale, che a volte rimprovera o che colpevolizza. Avere l’Io bambino significa atteggiarsi in un modo infantile, che si giustifica, che cerca perdono o deresponsabilizzazione.  Sono i due Io deboli, difensivi. Sono frutto di esperienze vissute e presenti nell’Inconscio che fanno parte del bagaglio psicologico degli individui. Quando la comunicazione assume questi atteggiamenti si entra in un circolo vizioso che non produce un’evoluzione serena e convinta del proprio livello di conoscenza. Non produce in sostanza un salto di qualità.

L’Io adulto invece comunica in modo assertivo, diretto, razionale. Cerca la soluzione nel “qui ed ora”.

Compito del Maestro è comprendere questi aspetti della personalità, il loro modo di manifestarsi, per agire con equilibrio in modo da incanalare la comunicazione verso l’Io adulto al fine di affrontare e risolvere i problemi e trovando le adeguate soluzioni. È importante coinvolgere anche i genitori (nel caso di bambini o ragazzi) nello stabilire una dialettica comunicativa condivisa, al fine di proseguire insieme, insegnante, allievo, e genitore in un percorso virtuoso!

 

Massimo Benolli

Team Leader & Project Manager – Insegnante di Tennis UISP 

massimo.benolli@gmail.com

Author: Tennis Olistico

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