Sorge all’interno di Accademia Tennis e Sport Olistico®, un GreenBar che ha come core-business un’alimentazione consapevole e cruelty free. Lasciamo parola a Fiordiana Castelbarco, Vice Presidente dell’Accademia. “In questi anni sono stati raggiunti importanti traguardi e risultati dalla nostra Associazione, e ancora una volta abbiamo fatto centro! Siamo il primo bar-ristoro 100% vegetale in Italia all’interno di un’associazione sportiva, paragonabili solo al Centro Shaolin di Milano (cucina esclusivamente vegana e crudista). Ma ciò che ci inorgoglisce di questa scelta, per certi aspetti all’avanguardia e per altri difficile, è che abbraccia più frontiere: etica, ecologia, salute psico-fisica. Tratteremo punto per punto, ma quello che ci sentiamo di rilevare subito è che il “clima” nella nostra scuola è sempre più mite: non si urla e impreca, non si lanciano racchette, ci si rispetta; e tutto questo non è per nulla scontato! Credo fortemente che la “pulizia” avvenuta in questi anni debba gran parte del ringraziamento all’alimentazione visto che molti di noi iniziano a far caso a cosa mangiano, e a come lo mangiano! Del resto l’alimentazione è stata usata come simbolo di pace in più occasioni, e non è un caso che in ambienti meditativi vengano scelti alimenti semplici e crudi.”
La filosofia vegan, che non accetta nessun tipo di violenza e rifiuta lo specismo (ovvero riservare un trattamento migliore per una specie piuttosto che per un’altra , n.d.r), ha come base la visione Ecocentrica della vita. L’Ecocentrismo vede dunque l’uomo posizionato tra le altre specie, e non al vertice di una gerarchia non realmente presente in natura ma di invenzione umana. A differenza di come alcune persone sospettano, la filosofia vegan non è seguita perchè vista come una moda che fa tendenza e gossip.
Nasce quasi spontanea in personalità molto emotive e con sensibilità maggiore rispetto alla media, senza limite di età, costume o contesto storico. Tra i tanti personaggi famosi vegani/vegetariani della storia che hanno diffuso nel mondo un messaggio di compassione per il maltrattamento degli animali, troviamo filosofi, scienziati, matematici, politici, scrittori, musicisti: Pitagora, Epicuro, Leonardo Da Vinci, Einstein, Charlie Chaplin, Gandhi, George Bernard Shaw e tanti altri. Tutti uniti dall’usanza comune di non mangiare animali e/o loro derivati.
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Spesso si pensa alla dieta vegetale come una restrizione, una forzatura, qualcosa di innaturale o come una privazione dei “veri piaceri della tavola”. Invece è solo un ritorno alle origini. È il modo più veloce di ritornare ad un contatto con la natura andato perso con l’industrializzazione. Spostare i propri consumi dai cibi animali ai cibi vegetali è la mossa più responsabile e saggia che possiamo fare: non ci porta alcuno svantaggio, nemmeno dal punto di vista più superficiale della soddisfazione del palato, perché la varietà di piatti che possiamo preparare a base di ingredienti vegetali è la stessa, anzi, è ancora maggiore, dato che nelle abitudini comuni ormai si utilizza una ben ristretta quantità di ingredienti. In compenso, otteniamo innumerevoli vantaggi: riduciamo (fino al 90%, per un’alimentazione 100% vegetale) lo spreco di risorse, l’impatto sull’ambiente causato dalla produzione alimentare (effetto serra compreso), l’insorgere delle malattie degenerative (maggior causa di morte e invalidità nei paesi industrializzati). E in ultimo, ma non certo per importanza, evitiamo la sofferenza estrema e l’uccisione di milioni di esseri senzienti oggi usati come macchine: gli animali negli allevamenti. Considerando che, mediamente, per ottenere 1 kg di carne servono 15 kg di vegetali forniti agli animali come mangime, risulta ben chiaro lo spreco enorme di risorse causato dalla produzione di carne (compreso il pesce), latticini e uova, tutti prodotti derivanti dall’allevamento di animali. Con la stessa quantità di risorse si possono nutrire circa 10 persone che mangiano direttamente vegetali, oppure una sola che basa la sua alimentazione su carne, pesce, latte e uova. Appare chiaro dunque quale sia la scelta più sostenbile, corretta, logica e intelligente.
La scelta naturale non è soltanto etica o ecologica, ma soprattutto salutistica. I vegani aumentano (del 15% ogni anno) e il mercato si adegua, le grandi aziende hanno linee “veg”. L’industria alimentare infila i derivati animali ovunque (tipo strutto e gelatina animale), ma grazie all’incremento di persone che seguono questa dieta (si parla di 7 milioni di vegetariani di cui 800 mila vegan in Italia) e alla richiesta di alimenti vegani sempre maggiore, anche l’offerta è cambiata. Ci sono anche le catene che si specializzano sul biologico, come NaturaSì.
La dieta oggi considerata “normale” prevede carne ogni giorno, spesso ad ogni pasto, in aggiunta a latticini e uova: sono proprio questi i cibi da evitare per migliorare il proprio stato di salute. Abituarsi a basare la propria dieta prevalentemente o, meglio ancora, esclusivamente sui cibi vegetali è un modo efficace e piacevole per rimanere in buona salute. Una dieta 100% vegetale, più sana, equilibrata e completa di una onnivora, è realizzabile semplicemente utilizzando in cucina un’ampia varietà di cibi vegetali, gustosi e sazianti: cereali, legumi, verdura, frutta, frutta secca e semi.
“Ma l’alimentazione non influenza solo lo stato di salute fisico – prosegue Amanda Gesualdi specializzata in psicologia delle emozioni – ma anche in larga misura quello psichico. Emozioni come ansia, tristezza, depressione, rabbia, pensieri ossessivi, intolleranza, ecc. scaturiscono e incrementano proporzionalmente con una alimentazione che eccede in determinati alimenti: eccessi di zuccheri, proteine o grassi animali, alcol, farine raffinate, stili di cotture contraenti. Il triangolo della salute, ovvero biochimica-struttura fisica-psiche, non può prescindere da una scelta quotidiana come il cibo, la qualità dei miei pensieri e delle mie emozioni mi darà una vita serena e consapevole e mi permetterà di vivere “qui ed ora”. E per concludere ricordiamo il motto del GreenBar, che punta anche sulla qualità degli alimenti e la diffusione culturale, “Food is Mood”.