Marzo 2016 è il mese della firma di una Convenzione storica tra forze “politiche” e sportive, la Federazione Italiana Tennis e l’Unione Italiana Sport per Tutti, il CONI guarda dall’alto…
Il sito della FIT, il 19 Marzo 2016, recita così: il Comitato Olimpico Nazionale Italiano comunica che la Federazione Italiana Tennis e l’Unione Italiana Sport per Tutti hanno raggiunto un’intesa per regolamentare il comune impegno alla promozione e allo sviluppo dell’attività tennistica nel nostro Paese. La convenzione con l’UISP, alla cui definizione hanno dato un decisivo contributo i vertici del CONI, va dunque a completare il quadro degli accordi già da tempo sottoscritti dalla FIT con gli altri enti di promozione sportiva italiani. “Sono felice – ha dichiarato il Presidente del CONI, Giovanni Malagò – perché il mondo dello sport dimostra, ancora una volta, di saper risolvere le questioni al suo interno con grande lungimiranza e rispetto”.
Stendiamo un velo pietoso sull’ultima affermazione del Presidente Malagò; in questi ultimi anni la FIT ha invaso il mondo del tennis con Processi e Procuratori Federali, ha disseminato terrore e disamore, non certo lungimiranza e rispetto, e per questo motivo è stata portata ad un passo dal Garante della Concorrenza!
*** Articolo pubblicato su Tennis Olistico: “UISP-FIT, scontro per la libertà dello Sport”
Il sito della UISP: “Cari Dirigenti, dopo un lungo, delicato e non facile lavoro, conseguente l’impegno assunto in Consiglio Nazionale Coni dal Presidente Malagò, venerdì scorso la Presidenza Nazionale ha provveduto a sottoscrivere la convenzione con la FIT – Federazione Italiana Tennis che vi inviamo in allegato. Il contenuto della convenzione è il massimo che, stante la situazione, si è riusciti a raggiungere. Nei prossimi giorni avremo modo di spiegare sul territorio, con il Presidente Erasmo Palma e i dirigenti Nazionali Uisp Tennis, i contenuti della convenzione e le modalità con le quali si è arrivati alla stesura della stessa. Restando a disposizione per eventuali chiarimenti, vi salutiamo con cordialità. Il Responsabile Organizzazione Tommaso Dorati”.
*** Link: Convenzione FIT-UISP
*** Articolo pubblicato su UbiTennis: “UISP-FIT, c’è l’accordo. La Federazione evita il Garante”
*** Articolo pubblicato su Tennis Circus: “Accordo Fit e Uisp: sono davvero tutti d’accordo?”
Ci avvaliamo della Consulenza dell’Avvocato Marco Bisconti, con il quale abbiamo iniziato una collaborazione (vai al link Consulenza) per approfondire alcuni passaggi di questa Convenzione, sinceramente non del tutto chiara e “pratica”.
Tennis Olistico: “La FIT concede l’amnistia per tutti i procedimenti riguardanti i tesserati e gli affiliati assunti a seguito dello svolgimento da parte degli stessi di attività UISP. La FIT concede l’amnistia, quindi in questa affermazione la FIT ammette di aver attivato dei procedimenti per quanto riguarda i suoi tesserati ed affiliati che hanno svolto attività FIT e UISP (in quanto affiliati anche a quest’ultima). La FIT poteva perseguitare queste situazioni?”
Avv. Marco Bisconti: “Il termine “amnistia” fa riferimento alla rinuncia, da parte dello Stato, a perseguire determinati reati che si attua in un provvedimento generale di clemenza. Calato nell’ordinamento sportivo, quando usato da una federazione, che è proiezione del CONI e compartecipa della “supremazia” di questo (tenendo ben saldo il concetto che quando si parla di “sovranità” si fa unicamente riferimento all’ordinamento dello Stato) il termine non appare eccessivo e può essere ben tollerato poichè il fine, le conseguenze e la natura stessa che il provvedimento della federazione dispiega sui propri associati sono sostanzialmente equipollenti a quelli dell’amnistia prevista dall’art. 79 della Costituzione e normata dall’articolo 151 del codice penale il quale, per quanto sostanzialmente interessa, recita:
“L’amnistia estingue il reato e, se vi è stata condanna fa cessare l’esecuzione della condanna e le pene accessorie .
… (omissis)”
Il fatto che si sia sentito il bisogno di amnistiare le situazioni di conflitto emerse e risolte con sanzione a carico dei propri iscritti per lo svolgimento di attività UISP, non esprimendo giudizi di valore e merito poichè ogni controversia fa caso a sè, offre comunque prova dell’esistenza di situazioni mal tollerate. Il vero problema risiede nelle ragioni delle sanzioni amnistiate ovvero nell’iter che ha portato alle sanzioni le quali vanno vagliate ed osservate attentamente una per una poichè quando l’ordinamento sportivo emette provvedimenti sanzionatori, i destinatari stessi dimenticano le tutele apprestate dall’ordinamento Statale Sovrano che proprio per talune di quelle medesime situazioni ha apprestato differenti tutele e ben diverse conseguenze agendo in ragione di primari fini garantistici.
Va rammentato che quando si sottoscrive un qualunque foglio di affiliazione, che sia per un programma premi di un supermercato o per un’associazione culturale o per un circolo tennis, si accettano regole, regolamenti e dettami statutari, di organizzazione e di indirizzo che spesso nemmeno si conoscono e su cui troppo facilemte si soprassiede, ma a cui si è dato pieno assenso e a cui ci si vincola (spesso anche in caso di controversia). Questo vale fino a che si decide di rimanere parte dell’assetto di interessi che si è sottoscritto e che si è deciso di condividere: un’adesione, tendenzialmente libera e spontanea, può essere revocata con un atto uguale e contrario con cui si comunica alla controparte, che non si ha più intenzione di proseguire il rapporto: svincolatomi non sono più soggetto ai dettami ed ai regolamenti cui avevo in precedenza aderito e la validità delle sanzioni irrogate è legata al tempo dei fatti commessi in violazione di queste. Vagliato questo primo dato si deve guardare alla tipologia di violazione e, di rimando, alla tipologia di sanzione che a tale presunta violazione è connessa: questo è un punto di potenziale e smisurata frizione tra ordinamento sportivo ed ordinamento statale (di cui si dirà meglio in seguito e in altra sede).
In un contesto moderno dove da una parte lavorare è difficile e richiede sempre più specializzazione, e dall’altra promuovere lo sport rimane una missione condivisa, quando si tenta di raggiungere il maggior numero di soggetti possibile, di sviluppare un’attività come professionista del lavoro e dello sport, chi è ad avere reale bisogno dell’altro: la federazione o il singolo? Cosa mi dà una federazione in concreto, sul territorio, per il mio lavoro nel quotidiano? Mi dà forse il permesso di praticare uno sport? Mi dà un titolo che mi qualifica meglio di altri? Mi abilita a qualche cosa che vale più di qualcos’altro? Mi lascia davvero campo libero per svolgere quella che per molti resta ancora una missione primaria per portare all’interno della stessa federazione quanti più soggetti si riesca? Ha la federazione qualche diritto di esclusiva sulla mia attività in virtù del fatto che mi concede una sigla che alla fine decido io comunque di avere perchè io sottoscrivo un legame con un circolo il quale ha chiesto di aderire alla federazione beneficiando di .. cosa? Ecco che la vicenda si complica perchè cominciano ad essere molteplici i fattori che entrano in gioco e tutti di rilievo esistenziale: diritto al lavoro, concorrenza, libera pratica sportiva, business in molteplici vesti ed è in questo punto che molte delle libertà del singolo sono messe a rischio quando alcune condotte vengono sottoposte a sanzioni. Queste sanzioni se appaiono “naturali” sotto certi aspetti, sotto altri appaiono invece fuoriluogo, eccessive, inspiegabili, controproducenti e forse contraddittorie di quello spirito di diffusione e promozione sportiva che dovbrebbe portare qualunque vertice di struttura a poter scegliere tra il più ampio numero di praticanti e professionisti.
Cominciano così a toccarsi e a compenetrarsi situazioni costituzionalmente garantite e vicende che l’ambiente sportivo vuole trattenere per se e regolare unicamente secondo le proprie regole, quando in verità sono regolate in maniera differente dall’ordinamento Statale: questo, a mio avviso è il vero punto dolente in cui sta e cade l’intero problema!
Avv. Marco Bisconti – Foro di Bologna – avvbisconti@gmail.com