Agosto 2016.
Faccio il mio ingresso, per la prima volta nella stagione, al Tennis Club Premeno, armata di racchetta, borsa a tracolla e una gran voglia di suonarle a chiunque si azzardi a sfidarmi.
Il TCP si trova a Premeno, Verbania, a 900 m. d’altitudine sopra Intra, in un luogo ameno che frequento da più di trent’anni. Lo so che vi importa poco di quello che faccio, ma non perdete la presa e abbiate fiducia in me: il bello deve ancora venire. Il TCP è molto più vecchio di me, anche se pare incredibile: è nato nel 1895. Io, invece, soltanto nel 1940. Lo hanno fondato gli inglesi, che sono arrivati fin qui quando ancora non c’era la strada, ma una semplice mulattiera. Due campi in erba, che ora sono diventati in terra battuta. Dovrebbe trattarsi del terzo o del quarto Tennis Club fondato in Italia. La Club House è ancora quella di allora, con una bella balconata, una volta sormontata da una tettoia arabescata che ora, purtroppo, non c’è più. Me la immagino ravvivata da eteree signorine in lungo, con il parasole e i gesti e i sorrisi delicati dell’epoca. Il TCP è diventato, poi, proprietà di una nobile signora, la quale l’ha venduto – quarant’anni fa – a un folto gruppo di soci, alcuni dei quali, insieme a nuovi adepti, tuttora se ne occupano con entusiasmo.
Mollo il carico su una panchina e mi guardo intorno come un toro che entra nell’arena. La mia avversaria non è ancora arrivata. Mi siedo a guardare lo stanco palleggio di due principianti, quando arriva Paolo. Posa la borsa ai piedi della panchina e mi si siede vicino.
– Allora – mi dice, – con chi giochi?
Non mi dà neppure il tempo di rispondere: spalanca gli occhi all’improvviso, puntandoli alle mie spalle come se avesse visto un fantasma.
Mi giro, ma non vedo nulla.
– Ma quel logo lì – balbetta lui, poi si ferma, indeciso.
– Che logo?
– Quello – e indica la mia borsa viola.
– Ah – incomincio, – è…
– Lo conosco – mi interrompe lui. – Io quel logo lo conosco! È il… trutto, no… il il tratto, il trrrr… insomma, sì!, è il Circolo Olistico di Buccinasco!
– Di Rozzano – lo correggo.
– Sì, di Rozzano… Ma è un circolo bellissimo, quello!
– Perché – ribatto, – secondo te io dovrei frequentare circoli brutti?
– No, no… voglio dire: io ci sono stato, lì.
– Ah, sei socio?
– Nooo! E come potrei… io abito qui.
– Allora?
– Ci sono stato per fare un test.
– Che tipo di test?
– Un test di racchette della Wilson. Sai che lavoro in quel campo lì.
– Interessante.
– No, voglio dire, ma è un circolo importante, quello.
– Eh, vuoi che non lo sappia?
– Ho conosciuto il Capo, la… Gesualdi, si chiamava.
– Si chiama ancora: Amanda Gesualdi.
– Sì. È una persona in gamba, quella! Mi è piaciuta molto. È gentile. Sa il fatto suo. Pensa che sono ripartito da lì alle nove, e loro erano preoccupate perché mi aspettava ancora il viaggio di ritorno fin qui. Ti dico, sono state gentilissime.
– Allora avrai conosciuto anche Fiordiana.
– Certo, una bellissima ragazza. Ho trovato tutti gentili, tutti disponibili. Soprattutto, molto competenti.
Mi guarda con improvviso interesse:
– Ma tu sei socia lì?
– Ma certo! E mi trovo benissimo. E ho deciso che non abbandonerò quella fetta di paradiso finché avrò gambe per correre e voglia di giocare. Perciò, mai.
– Be’, sei fortunata – dice Paolo Minini, scuotendo la testa con apprezzamento per me e, insieme, rammarico per lui.
Arriva la mia avversaria. Il campo ci aspetta, tirato a lucido. Saluto Paolo e mi avvìo. Ma sarò poi fortunata davvero, io, ad essere socia dei due circoli più interessanti della Storia Tennistica Italiana?
Entro nell’arena, e non ce n’è più per nessuno! (Si fa per dire…).
Lorenza Tosi
Lorenza Dardanello Tosi, scrittrice, al seguente link i suoi libri:
http://www.lafeltrinelli.it/libri/lorenza-dardanello-tosi/210946