Ma sei dopata? … Sono vegana!

… Il Torneo Open di Rivalta (Torino) non avrei dovuto giocarlo in quanto la mia intenzione era di andare in Croazia a fare un 10.000$, ma essendo troppo elevati i costi di viaggio non era il caso di iniziare questa avventura. Così come succede la maggior parte delle volte quando si seguono i segnali … il “Destino” ha voluto che lo giocassi!

È da inizio settimana che ho in testa questo torneo e il mio obiettivo di risultato era di arrivare in finale, mentre di performance, beh ne avevo un bel po’! Mettere una ottima percentuale di prime palle, finale bloccato nel back e caricamento alto, risposta in posizione atletica con gambe in linea, sfruttare l’occasione per andare a rete, appena possibile girarmi in anomalo di diritto.

Vedendo il tabellone sapevo di potercela fare se solo avessi sfruttato le occasioni e quindi solo se fossi riuscita a vivermi ogni singolo momento al 100%. Ai quarti di finale ho giocato con Peiretti 2.5. L’avevo gia incontrata hai Campionati Italiani ed è migliorata un sacco da allora, ma per fortuna sono migliorata anch’io! Con lei il mio obiettivo era di farla muovere laterale ma soprattutto in avanti, dandole fastidio con il servizio e variando gli effetti sul suo rovescio. È stata una lotta 64 75! Non ho giocato il mio miglior tennis ma ho provato buone sensazioni in campo tranne che per il back di rovescio che non sentivo. Insomma, quando si gioca benino e si vince va sempre bene … La sera non avendo proprio avuto gradevoli sensazioni col il back e sapendo che il giorno dopo sarebbe stata un’arma importante contro il tipo di avversaria, ho fatto un trattamento di Reiki a distanza, immaginandomi di giocarlo in svariati modi per sentirlo un po di più.

In semifinale ho incontrato Carlotta Ripa 2.5. Ci conosciamo dall’under 14 e tra noi c’è molto rispetto in campo e fuori. È alta m 1,80 circa, un ottimo fisico, e un atteggiamento da professionista. Ero consapevole del fatto che avesse il ritmo piu alto del mio e quindi sapevo di dover evitare di fare “braccio di ferro”. La mia idea era spezzarglielo il piu possibile per toglierle ogni riferimento. Usare smorzate e palle basse in modo che costringerla a piegarsi, a “tirarle su”, per poi alternare palle più forti  cambiando direzione. Con il servizio cambiavo zona ed effetti per non darle riferimenti. Lei ha un servizio molto forte ed io ho fatto molta fatica a trovare una buona risposta. Dopo il 63 del primo set mi sono portata 52, stavo giocando veramente bene senza regalare nulla e facevo il gioco che mi ero prefissata! Lei gioca due game dove lascia andare il braccio a 1000 e le stavano dentro tutte, 5-4, la partita torna in equilibrio e Carlotta si porta 6-5 , io recupero un game ed è tie break!  Ogni punto lottassimo, si sentiva molta tensione da entrambe le parti, la lotta è terminata 10-8 per me. Devo dire che io sono stata lì piu che ho potuto, ma lei mi ha “regalato” due palle sull’otto pari che ancora la ringrazio …

Ed è la Finale! Gioco Contro Jessica Bertoldo con cui tre mesi fa persi dopo un ottimo match la Finale all’Open di Biella. Il match è stabilito per le 15.00 ed io alle 13.00 ero gia nel campo da calcio a giocare con un pallone, lei in palestra sul tapis rulant.
Ero agitata e lei pure! Giocare contro un’amica non è facile e per di più è la mia socia di doppio! Ci sentiamo quasi ogni giorno e la cosa bella del nostro rapporto è che non c’è giudizio, lei mi ascolta io la ascolto e finiamo sempre con questa frase: “Se sei felice sono contenta per te!” Per questo vi dico: è una cosa rara trovare un amicizia nel circuito cosi!

Sapevo che avrei potuto vincere con lei solo se avessi giocato il mio miglior tennis. E cosi è stato! Lei sa che prima dei match ho bisogno di mezz’oretta per star sola e anche da avversaria ha rispettato il mio bisogno, per di piu essendo il suo Circolo e sapendo che sarebbe arrivata una “curva” di 40 persone a tifare solo per lei, si è scusata in anticipo perché aveva paura tifassero in modo antisportivo; invece sono stati correttissimi, anzi, hanno saputo applaudire anche me!

Entriamo in campo e sorridiamo.. 1/2 campo, 3/4, fondo, ci scaldiamo, dentro di me ridevo, non perché pensavo al match, ma perche ogni volta quando siamo insiemeci accade veramente l’inverosimile! Non pensavo al vincere o al perdere, ma pensavo che ero felice di essere lì ed ero felice di condividere questa finale con lei, volevo solo giocare il mio miglior match e credo che anche per lei fosse lo stesso. Mi immaginavo volare e saltare per il campo alla Monfils ah ha (penserete ma questa è matta, un po’ lo penso pure io …) !!

Inizia il match! Jessica è carichissima e aggressiva inizia subito alla grande e vince il primo 63. È stato un set tiratissimo tutti i games ai vantaggi e io stavo giocando il mio miglior tennis, ma lei giocava comunque meglio per quanto fosse difficile. Così ho pensato, sto giocando da Dio, lei pure, ma sono io a farla giocar bene? Quindi ho iniziato ad alternare di piu la velocità e la traiettoria della palla, dando meno riferimenti. Dopo i primi due games in cui ho corso a destra e sinistra senza sbagliare nulla e facendo i numeri, ho trovato un poco più di fiducia; quella fiducia che è bastata per farmi continuare con quel gioco, quella fiducia che mi ha fatto trovare soluzioni vincenti a rete, quella fiducia che quando faceva punto lei riuscivo a dirle “brava” perché se lo meritava tutto, e io non potevo far nulla, quella fiducia che sai che puoi stare li quanto vuoi perché non senti la fatica!! Era una sensazione bellissima, così ho vinto il secondo 63.

Nel terzo set ho continuato a sentirmi come nel secondo, mentre lei era meno lucida, un po’ stanca, ha fatto più errori non causati e si vedeva che sentiva la fatica. Vinco 6-2! Arrivo a rete, ridiamo, e mi dice: “Brava socia te lo meriti .. Cazzo ma quanto corri? Ne potevi lasciare qualcuna no?” Ridiamo ancora… Insieme: “ma come abbiamo giocato i primi due set? Sembravamo 2.1!” Ridiamo … Vado verso la panchina, arriva il pubblico, complimenti a lei, complimenti a me. E una domanda fatta da parecchia gente, ovviamente detta in maniera ironica da una parte, ma dall’altra argomento di cui si sente parlare spesso: “Ma sei dopata? Dì la verità? Io ridevo e la risposta spontanea che mi è venuta è stata: “sono vegana!”

Poi tornando a casa ho pensato parecchio al perché ho dato questa risposta. Essere vegani, mangiare biologico, in effetti è doping. Perché sento davvero quello che mangio, il sapore di ciò che mangio senza conservanti chimici. Mangiare riso, verdure,  ecc., senza chili di burro o salsine varie, mi permette di mangiare davvero quell’alimento e sentirne il vero sapore! Se andate su wikipedia a cercare cosè il doping vi esce questo: “Il doping consiste nell’uso di una sostanza o di una pratica medica a scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell’efficienza psico-fisica durante una prestazione sportiva, sia agonistica sia non agonistica, da parte di un atleta.” Quindi io mangio vegano, utilizzo i fiori di bach, Reiki, la visualizzazione … anche per migliorarmi psico-fisicamente, e sono felice di doparmi di questo!!

Sara Marcionni,

Atleta ed Insegnante di Tennis

Sara Open Rivalta

 

Author: Tennis Olistico

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