La Professionalità non è un talento, va semplicemente allenata!

Otto anni fa quando “misi piede” a Tennis Olistico una delle prime cose che mi insegnarono fu l’analisi del match, e la preparazione del match. Inizierò a raccontarvi l’analisi….

“Analisi del match? Che palle!” Questo fu il mio primo pensiero. “Io perdo e mi devo mettere lì a fare un’analisi? Io Vinco e mi devo mettere lì a fare un’analisi? Ma no dai, non scherziamo!”

Non ci credevo molto, ma se mi consigliavano di farla un motivo ci doveva pur essere! Le mie prime analisi erano veramente terrificanti, praticamente nemmeno mi sforzavo a scrivere:

 

Poi, pian piano, iniziai a scrivere qualche voce:

 

Fino ad arrivare alle ultime, che iniziarono ad essere fatte con cuore e passione, da una persona che ama e crede in questo sport 😊

 

In un’analisi del match dettagliata si compilano le seguenti voci:

  • Nome e cognome dell’avversaria, classifica, superficie di gioco, tipo di gioco dell’avversaria.

Dopo queste voci c’è un’autovalutazione:

  • Autovalutazione tecnica, tattica, atletica, psicologica.

L’ultima voce è la più difficile a cui rispondere:

  • cosa potevi fare per migliorare la performance in questo match?

Fare un’analisi del match, per me, significa vedere la partita da dentro, ma anche con occhi “distaccati”. Vedere quello che hai fatto di bello e di brutto; scrivere i punti deboli dell’avversario e i tuoi, è un modo per elaborare il match e non lasciarlo lì, perché come nella vita, se non risolvi qualcosa, se non lo elabori, poi ti ricapita sotto altre vesti, e state certi che vi ricapita, finché non avete compreso e integrato! L’analisi del match è fondamentale per prendersi un po’ di responsabilità del proprio incontro giocato! Ragazzi e ragazze, amatori e Pro! Fate le analisi, e fatele per voi stessi!

 

Non da meno è importante la preparazione di un match!

Qualche anno fa sono stata ad un simposio Uisp. Feci una domanda a Flavio Cipolla (ex 90 al mondo) davanti a 200 insegnanti. “Scusa ma come ti prepari per un match? ” Lui mi rispose: “Fa tutto mio padre, mio padre si occupa di tutto.” Io rimasi scioccata da quelle parole, ma poi girando per tornei mi resi conto che il 70 per cento dei giocatori usava la politica di Cipolla! In pochi, ma molto pochi, fanno qualcosa da soli senza la “video sorveglianza” del preparatore/allenatore/genitore. In Tunisia chiesi a una ragazza di farmi scaldare 8.00/8.30 perché avevo poi il match. Lei mi disse di sì a voce. La sera prima, alle 23.00 circa, mi mandò un sms con scritto: “Mi spiace Sara ma il mio allenatore non può vedermi a quell’ora, quindi non posso scaldarti, spero non sia un problema.” La mia risposta fu: “non preoccuparti, mi scaldo meglio facendo i colpi a vuoto!” Ma vi rendete conto? Per palleggiare 30′ ci vuole qualcuno che vi osserva o controlla? Siamo a questi livelli? Ebbene sì!

La preparazione di un match diventa fondamentale quando conosci già l’avversaria perché l’hai già incontrata. Allora prendi l’analisi che hai fatto (che ho descritto prima) e da quella inizi un’ipotesi di tattica di gioco. In base al tuo gioco, e in base al suo, trovi le soluzioni che potrebbero essere più produttive! A me personalmente la preparazione al match è una cosa che ha sempre stimolato e caricato. Preparare il match significa è un po’ come viverlo e ti “butta” nell’incontro ancora prima che inizi!

Quest’estate in vacanza ho avuto modo di fare molti percorsi, dai 20 ai 30 km di camminata, dove ogni volta, 5/6 giorni prima dell’escursione si preparava il percorso. Lo stesso nelle gare di corsa che ho affrontato quest’estate. La gara era la Domenica, e solitamente il Martedì io e degli amici, ci trovavamo per andare a provare il tracciato e capire dove si potesse spingere, allungare, dove usare le racchette. Preparavamo la gara dopo una giornata di lavoro, felici e contenti, stimolati ed eccitati all’idea! Non stiamo parlando di professionisti, ma di persone professionali, che lavorano 10 ore al giorno, con una passione sfrenata per il loro sport, e, anche se non arriveranno primi, si preparano al 100 per 100 perché poi alla fine è questo quello che conta. Quindi, che sia una gara di corsa, che sia un match di tennis, che sia nel lavoro, che sia nella vita, io mi preparo al meglio, mente e corpo!

“Le grandi cose sono fatte da una serie di piccole cose messe una vicina all’altra.” – Vincent Van Gogh

 

Sara Marcionni

Atleta e Insegnante di Tennis Olistico®

Author: Tennis Olistico

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