I capisaldi di A.I.T.I.

12 Febbraio 2016. Con questo mio – lungo – post vorrei riassumere ciò che alcuni di voi, che ringrazio, stanno scrivendo sulla riunione di Bologna o sugli intenti di AITI e ciò che, come associazione, AITI vorrebbe rappresentare per essere utile alle tante figure di insegnanti, preparatori atletici, mental coach.

Veniamo ai capisaldi di AITI

1) UNIRE UNA CATEGORIA. Ben sapete che gli insegnanti del settore tennis posseggono diverse qualifiche da garantire (o esporre su recinzioni o tute) a clienti e club, che per tale possesso provengono da diversi step didattici, tantissimi hanno più qualifiche, alcuni rivolgono la loro opera esclusivamente a certi settori – base, agonismo, adulti, alto livello, ecc.. -, alcuni operano in club meravigliosi, altri non hanno purtroppo che un solo campo, altri cercano lavoro, altri lavorano in complessi turistici, altri ancora lo fanno come secondo lavoro o complemento agli studi. Alcuni hanno contratti con un fisso mensile, altri con partita iva ed un compenso orario, alcuni vanno, ahimè, in..fiducia.. Alcuni insegnano in associazioni che si affiliano a più enti, altri ad uno solo e chi più ne ha più ne metta. Giusto, sbagliato, da correggere o rivedere, da accettarsi o meno, lo possiamo discutere per anni e non ci si salta fuori. MA QUESTA, OGGI, E’ LA REALTA’. E non esiste un qualcosa al di sopra delle varie realtà che riunisca ‘sotto lo stesso tetto’ tutte queste figure. Non esiste un segno, uno scudetto o un ideale comune che le riunisca TUTTE, pur riconoscendo che ognuno di voi, per la qualifica che ha e ciò che ogni giorno mette in campo, per le strutture e le società per cui lavorate, Federazione e/o Enti da cui provenite, siano meritevoli per avervi formato e comunque per portare avanti progetti e metodologie, dato la possibilità di lavorare ecc.. AITI VUOLE IN PRIMIS – E A LIVELLO NAZIONALE – RIUNIRE E CREARE UNA CATEGORIA.

2) CONDIVIDERE PROBLEMATICHE E PROGETTI. Ogni entità costituita del mondo dello sport ha una propria mission e questa mission, volenti o nolenti , non la si può cambiare. Ogni insegnante fa riferimento necessariamente anche a queste entità, Federazione, Enti, ASD ecc… Se esistono alcune problematiche ciò che si può fare è condividerle in maniera comune per esporle o risolverle, nel caso, verso chi le procura. Ma il pressapochismo, il ‘mi hanno detto che’, il problema di cinque persone su ottomila o il documento firmato da 58 su ottomila non sono dati accettabili, sono risibili. Se esistono dei problemi bisogna raccogliere l’esatta percentuale ed il grado di negatività, se si espongono dei migliorativi devono essere in tanti a proporli e spiegarne il perché. Se esiste una sola idea l’idea rimane tale e forse non attuabile o risolutiva, ma se ne esistono cinquanta, cento, forse quella giusta la si azzecca (avete presente il famoso detto che ‘più teste pensano meglio di una’ no..?). Ad oggi chi raccoglie tutto ciò..? Ad oggi con quante persone avete condiviso una problematica lavorativa che esuli dal tecnicismo sportivo..? Chi di voi sa come e con che contratto lavora un altro a 800 km..? Chi di voi ha una casistica o conoscenza di alcune sanzioni, controlli, eventi negativi relativi a stipule (o meno) assicurative..? Chi di voi ha delle idee migliorative in merito a contratti, posizioni giuridiche o fiscali? Dove potete trovare questi dati/cose, dove e con chi confrontarvi o ascoltare? AITI VORREBBE ESSERE IL CONTENITORE A TUTTO CIO’, TRAMITE L’OPERA CENTRALE DI DIFFUSIONE SUPPORTATA DA TUTTE LE DIRAMAZIONI PROVINCIALI/REGIONALI.

3) CONSULENZE. ‘Ma esistono già consulenze, AITI non mi serve’. ‘Ma tutti hanno già un loro consulente’. ‘Ma se fate consulenza chiamatevi Consulenti Insegnanti Tennis Italia’. Queste le obiezioni più volte lette e sentite. Data per scontata la validità di ogni vostro consulente singolo, AITI vorrebbe avere e finanziare, tramite le quote degli associati, una consulenza commerciale e giuridica costante, arricchita però dalla vostra e nostra informazione su: casi, accadimenti, evoluzioni, contrattualistiche, dibattimenti e sentenze tennistiche specifiche che gli associati stessi invieranno per formare un database che, probabilmente, le consulenze singole non possiedono in maniera così ampia. Avere un riferimento precipuo, il sapere che ognuno degli associati possa dire ‘Mi rivolgo ad AITI per sapere’ è un valore/obiettivo importante ANCHE in tal senso. CONSULENZE PER TUTTI FINANZIATE DA TUTTI.

4) 80€ e STRUTTURAZIONE. Molti chiedono o vorrebbero adesioni gratuite o volontarie ad AITI, pensando che gli 80€ siano esagerati o fuori luogo al cospetto di già tante ingerenze economiche cui far fronte nel quotidiano. Molti chiedono inoltre a cosa servono 80€ (spero che anche per altre richieste economiche sappiano od abbiano le idee chiare e saldino il richiesto senza problemi). A cosa servono gli 80€ ad AITI ve lo spiego. Partendo dal fatto che ben poche associazioni si siano strutturate e continuino a farlo senza alcuna richiesta di quota associativa (che va stabilita), AITI DEVE e VUOLE strutturarsi, non è un qualcosa di ‘macro’ già esistente che ha fatto di tali specifici scopi e volontà una propria branca, non ha un magnate che ha messo sul piatto quanto ci vuole per una segreteria, delle consulenze, un sito, un commercialista che curi la contabilità, un notaio per costituirsi, una sede, l’occorrente per ottenere la personalità giuridica ecc..ecc… AITI è nata perché un gruppo di persone – o meglio, di voi – ha da subito voluto credere ‘all’idea di un ideale’, al progetto di unire una grande, immensa categoria che va in campo ogni giorno portando con sé semmai uno scudetto tricolore identificante la vostra categoria ed i vostri ideali, sempre e comunque. Lo ha fatto e lo sta facendo come volontariato, sta spendendo ancora tanti soldi e ci mette non solo la faccia davvero, ma ci mette, come amministratori, la responsabilità, o meglio l’assunzione di responsabilità, la stessa che tanti vostri dirigenti hanno sulle spalle ed in solido nel gestire una ASD. AITI non ha personalità giuridica, in caso di contenziosi gli amministratori rispondono con il loro patrimonio, non con quello dell’associazione. Si dovrebbe, come ideali comuni, essere TUTTI sulla stessa barca nel condividere le cose.. fare in pochi i ‘Don Chisciotte’ o le ‘teste di ariete’ per il non elargire economicamente tutti gli altri ben 10 minuti mensili (6,6€) di LORO lavoro a disposizione di una LORO associazione NON VA BENE, NON E’ EQUO. Sarebbe equo per voi vedere quello che ha elargito ben 10€ chiedere in continuazione consulenze o trovare lavoro tramite AITI prima di un altro associato, semmai proprio voi, che semmai avete versato 80€ o trovato uno sponsor per l’associazione..? E’ giusto partecipino entrambi allo stesso convegno gratuito? O abbiano entrambi lo stesso scudetto o altro omaggio, mettiamo di uno sponsor? Uguali come categoria, uguali negli intenti, uguali nei diritti e nei..doveri. O si è tutti sulla stessa barca oppure ognuno per sé..come del resto ora no..? Se gratuitamente si associassero in 1.000 chi risponderebbe a, per esempio, 7-8 telefonate al giorno, a 7-8 mail, chi viaggerebbe a spese proprie per andare alle tante riunioni, chi pagherebbe gli scudetti, francobolli, gestione sito, tasse annuali, telefono, commercialista, consulenze e quant’altro? Perché non ho MAI letto di qualcuno offrirsi per cercare presso qualche azienda/industria un aiuto economico? Ho invece ahimè ascoltato telefonate dove mi si offriva qualche collaborazione ‘pro domo propria’ o volontà di associarsi previo cambio Statuto, regole, intenti.. il ‘do ut des’ più spietato insomma. STRUTTURARSI BENE PER FARE BENE LE COSE.

5) CERCO/OFFRO LAVORO Vorremmo essere, come già detto nel mio discorso del 21 Novembre a Milano (c’è il video su questo gruppo), un punto di riferimento per TUTTI, dai club, agli insegnanti, ai tour operator, per ricerca ed offerta lavoro. Se qualcuno ha perso il lavoro ha AITI cui chiedere e mandare il proprio curriculum.

6) COMPOSIZIONE DEI VERTICI. Ricordatevi che l’associazione, ‘là in alto’, ha della gente come voi, sa benissimo quali siano le tante problematiche, parla la vostra lingua, va a casa la sera sapendo benissimo che le stesse gioie ed arrabbiature loro sono le vostre…al giorno d’oggi, nella realtà che vivete tutti ogni giorno, non è facile a trovarsi. PARLARE LA STESSA LINGUA.

7) INFORMAZIONE. Vorremmo, attraverso il sito internet AITI, attualmente poco seguito, ed è chiaramente un nostro limite da ammettere serenamente e dovuto principalmente al volontariato, informare la categoria in merito a normative, Regolamenti, Statuti che tantissimi di voi non conoscono appieno – ma non è un demerito – e che tante volte potrebbero aiutare sul lavoro. SO DI NON SAPERE, MA SE SO QUALCOSA DI PIU’ E’ MEGLIO.

8) DIALOGO CON FEDERAZIONE ED ENTI DI PROMOZIONE. Continuo, da anni ormai, a sentire lamentele su lamentele, a slogan vari e chi più ne ha più ne metta… e poi…e poi si è sempre lì, poi nulla cambia, poi si invecchia, i numeri crescono e le possibilità lavorative diminuiscono.. Volete DAVVERO che la vostra voce e le vostre necessità siano ascoltate? Cominciate a far vedere che se volete siete TANTI ED UNITI, cominciate invece di ‘ululare alla luna’ (lo dico in tono benevolo) a mettere sul tavolo unità di intenti e richieste ponderate, corrette, progettuali, tramite una VOSTRA associazione.. facendovi forti di voi tutti (e siete tanti), facendovi forti di conoscenze, di diritti, di essere ben strutturati e rappresentati da gente che E’ COME VOI.. Personalmente ho parlato con un esponente del Consiglio Federale della FIT che, davanti ad altre due persone, mi ha confermato che l’associazione, se porta avanti delle reali esigenze, non è malvista, anzi. Ma delle cose se ne deve discutere, il parlare male fine a sé stesso (ed ha ragione) non porta a nulla. Condivisione, unità, struttura, diramazioni territoriali, consulenze, convegni, confronti, informazione.. con queste cose si va avanti, con queste cose si diventa più forti, ci si può confrontare ed essere presi in considerazione da TUTTI. PARLARE E PROPORRE TRAMITE UN DOCUMENTO DI TANTI ED UNITI

9) RICONOSCIMENTO GIURIDICO. Battaglia molto difficile..anche questo è stato un argomento discusso ante e durante le riunioni. Sarà difficile ottenere un qualcosa di comune su percorsi didattici che sono tantissime volte diversi. Ma una cosa comune a tutti la si potrà invece avere: la consapevolezza espressa dall’Associazione degli Insegnanti dei diritti del lavoratore del tennis, data da studio, ricerca, unità e documento comune da diffondere. E se non potrà esistere una cassa previdenziale come per altre categorie potrà esistere, a fronte di unità e numeri, una soluzione alternativa dedicata che garantisca più serenità futura, soprattutto ai giovani che si avvicinano alla professione. Sarebbe un enorme passo, anzi due passi, avanti per tutti. E’ COME LAVORO E COSA SO DEL LAVORO CHE MI DANNO RICONOSCIMENTO.

10) LIMITI. Concludo scrivendo che non siamo e non potremmo mai essere dei Superman o avere le chiavi della verità… abbiamo sicuramente dei limiti e dobbiamo migliorarci con anche le vostre critiche se costruttive. Ma ce la mettiamo tutta, ci mettiamo la faccia e vorremmo riusciste ad essere davvero tramite AITI una vera categoria unita, forte, positiva, propositiva e informata.

Grazie comunque a tutti ora e… sempre

 

Francesco Gambetti

Presidente A.I.T.I.

Author: Tennis Olistico

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