Editoriale di Lorenzo Cazzaniga – Tennis Italiano Marzo 2017

Con l’uscita di Tennis Italiano di Marzo 2017 in versione cartacea, scopriamo con piacere che l’intervista fatta e pubblicata online ad Amanda Gesualdi, DS del Tennis Rozzano, è in prima pagina! Una pagina total black; ma la cosa che più ci ha colpito è stata l’Editoriale del Direttore Lorenzo Cazzaniga che vale la pena riportare qui nel dettaglio e di cui ringraziamo!

EDITORIALE di Lorenzo Cazzaniga – Rivista cartacea di Tennis Italiano – Marzo 2017
“Non sono i politici, non è la crisi, non sono le caste. In realtà, la responsabilità di fondo è solo nostra, popolo di geni e di coglioni allo stesso tempo.” Lo scrive Corrado Augias in un bellissimo libro, “Il disagio della libertà”. Probabilmente non conosce certe dinamiche del mondo del tennis, ma direi che la descrizione calza a pennello per alcune situazioni sulle quali vale la pena di fare una riflessione.

Nelle pagine precedenti avrete letto alcune dichiarazioni di Amanda Gesualdi, DS del Tennis Rozzano: sono affermazioni forti che hanno accompagnato la scelta di non rinnovare l’affiliazione alla Federazione Italiana Tennis. Beninteso, dopo 40 anni di fiducia accordata e altrettanti di attività agonistica perfino sorprendente per un piccolo club che conta due campetti e che è riuscito ad arrivare fino alla Serie A2 femminile (e che come ringraziamento ha ricevuto un paio di cause dalla FIT). Si è così appreso che altri avevano già fatto questa scelta, non volendola però pubblicizzare, per timore di qualche rappresaglia. Già, come dice la Gesualdi, tra i dirigenti di circolo vive soprattutto il sentimento di paura, non certo di confronto aperto con la nostra Federazione. Francamente una situazione allarmante ed eticamente poco rassicurante. Chiaramente, nessun esponente della FIT si è fatto sentire con il Tennis Rozzano, non certo per sistemare le cose ad personam, ma solo per capire quali disagi stanno vivendo attualmente i nostri circoli. Nella mia Milano, che pure dovrebbe essere con Roma la città trainante del movimento, sento di circoli storici come l’Ambrosiano vivacchiare come meglio riesce, il Centro Kennedy finire addirittura nelle mani di…. un’altra Federazione, quella del Baseball.

Eppure ogni anno dagli uffici FIT escono solo grafici con la punta rivolta verso l’alto: più tesserati, più tornei, più squadre iscritte ai Campionati e così via. Per l’amor del cielo, tutti dati che ci confortano ma una domanda sorge spontanea: se il movimento è così in crescita, perché tanti circoli si dichiarano in così grave difficoltà? Non dovrebbero essere loro a ricevere per primi in dono gli utili di questo boom? O forse, come spesso accade anche oltre i confini dello sport, è la distribuzione delle risorse che mette qualcuno sull’altare e qualcun altro in ginocchio? I circoli sono la linfa vitale del nostro sport, eppure li vedi che si arrabattano per cercare una scorciatoia e saldare un conto meno salato. C’è chi si rivolge alla UISP, chi al CSI, chi perfino agli oratori, lasciando ai soli giocatori agonisti l’onere della tessera e il compito di difendere i colori del club. Perché ormai si preferisce perdere qualcosa in attività agonistica ma risparmiare qualche euro per la promozione, se non proprio per le bollette.

Stesso discorso vale per i maestri che ogni giorno vestono la tuta e il giubbotto che la FIT regala in cambio dell’iscrizione all’albo e fanno giocare migliaia di bambini e adulti. Eppure anche loro arrancano e a fine mese ci arrivano sudando, non solo sul campo. Certo, se si ha la pazienza di spulciare qualche bacheca di Facebook si trovano lamentele e proclami che però durano lo spazio di qualche bit, prima di finire dimenticati. Perché alla fine tanti si lamentano, ma nessuno muove un dito. Armiamoci e partite, è il motto che accompagna la maggior parte di quelli che dovrebbero essere i professionisti del nostro sport e che invece non riescono nemmeno a formare un’associazione che protegga i diritti di un mestiere che non è mai stato nemmeno riconosciuto dallo Stato Italiano. E invece che fanno? Se la svignano ai ben 70 euro all’anno richiesti per avere assistenza legale, assicurativa e perfino tecnica. Per questo, ogni maestro o dirigente di circolo che si lamenta senza far nulla, non merita il rispetto che è dovuto ad una persona come Amanda Gesualdi che ha dimostrato di avere forza, carattere, sostanza e cojones. Perché arriva inevitabile il momento in cui bisogna scegliere. E se anche non si riesce a diventare dei geni, si può almeno provare a non essere coglioni.

Author: Tennis Olistico

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