Amarcord – ITF Junior 1987

Correva l’anno 1987, avevo 17 anni e la mia classifica nazionale era B2. Fino a quel momento avevo fatto esperienze internazionali solo negli ITF Junior. All’epoca, in Italia, si tendeva a giocare nei tornei ITF Junior fino ai 18 anni; con il senno del poi una gran perdita di tempo, soprattutto se un atleta era in grado di esprimere un tennis completo (maturo), non solo tecnicamente e tatticamente, ma anche psico-fisicamente.

Venni ingaggiata per giocare la Serie A1 dal TC Luni Mare di La Spezia, dal padre di Davide Sanguinetti (che divenne in seguito 42 ATP), un appassionato Presidente e Manager del Club. Fu una bellissima esperienza poter giocare da titolare insieme ad Annalia Dell’Orso (Campionessa Italiana a più riprese in varie categorie), Natalia Baudone (ex 170 WTA), Susanna Bertelloni (all’epoca B1).

Papà Sanguinetti ci sponsorizzò un mese di tornei ITF Junior in America Latina. Tra Gennaio e Febbraio partimmo insieme al Maestro del Luni Mare, io, Natalia, Susanna, Davide e Nicola Bruno (che in seguito entrò nei primo 150 ATP sia nel singolo che nel doppio). Davide Sanguinetti aveva all’epoca 15 anni e a vederlo giocare, quasi un po’ svogliato e poco atletico, in pochi avrebbero scommesso che sarebbe diventato così forte. Lui stesso ci credeva poco, tanto è che andò all’Università negli States per diventare un Businessman è solo dopo aver frequentato la Harry Hopman Tennis Accademy in Florida decise di provare a diventare un Professionista nel Tennis. Tra i suoi risultati ricordiamo nel 1998 i Quarti di Finale a Wimbledon sconfitto da Richard Krajicek vincitore di Wimbledon nel 1996!

Il primo torneo lo giocammo a Caracas in Venezuela. Ricordo ancora il caldo che mi avvolse appena scesa dall’aereo! Eravamo partiti dall’Italia in pieno inverno.. Papà Sanguinetti non aveva badato a spese e ci fece sempre alloggiare negli Hotel più belli e prestigiosi! A Caracas eravamo al Tamanaco Hotel, ricordo ancora il nome dopo trent’anni da quanto era bello!! Caracas di notte sembrava un presepe, soprattutto per le bidonville arroccate tra un gruppo di grattacieli e altri.

L’accoglienza degli atleti nella giornata di presentazione del torneo fu a livello di Olimpiadi! Ogni compagine entrò nel Campo Centrale con la bandiera della propria nazione accompagnati dall’inno, davvero emozionante. C’era tantissima gente, qui lo sport è  tuttora considerato un vero privilegio e gli atleti dei semidei! Eravamo continuamente richiesti per gli autografi e fotografati! Questo primo torneo non andò benissimo, sicuramente il cambio di clima violento è tutta questa celebrità non ci aveva fatto stare molto con i piedi per terra.

Il secondo torneo lo disputammo in Colombia, la Copa Baranquilla. Il livello di umidità era altissimo, quasi non si riusciva a respirare. Nonostante ciò, cominciammo a prendere un po’ più confidenza con i luoghi, gli usi e i costumi. Personalmente arrivai nei quarti; ricordo che uscì un articolo molto bello in cui venni elogiata per la tecnica del servizio.

Amanda Servizio 1987_800

Il terzo torneo è chiamato tutt’oggi il Mondiale Giovanile di Quito, in Ecuador. L’arrivo fu un vero e proprio shock! Passammo dal mare ad un altipiano di 2.800 metri con un clima completamente diverso. Durante il giorno bisognava stare attenti a non scottarsi senza accorgersene, e la notte la temperatura crollava vicino allo zero! Giocare non era semplice, a livello respiratorio si faceva molta più fatica e allo stesso tempo la palla andava più veloce. Conquistai la semifinale con grande gioia, a Quito il serve & volley rendeva di più!

Quarto e ultimo torneo di nuovo al livello del mare con un’umidità impressionante, l’Inka Bowl di Lima in Perù. Alloggiavamo allo Sheraton e ci sentivamo delle star! Appena fuori dall’Hotel c’era la desolazione, la povertà e la delinquenza. Uscire era assolutamente vietato se non per andare al Club. Non ricordo la mia prestazione in questa competizione, probabilmente offuscata da una febbre altissima che aveva un po’ colpito in questo mese tutta la compagine.

In un solo mese avevo preso due voli intercontinentali e altri 4 voli, e avevo assaggiato la vita dei professionisti! Adattamento e Cambiamento erano le parole d’ordine. Bellissima esperienza e un ringraziamento particolare a Sanguinetti Senior per la sua passione e disposizione d’animo!

Sulla spinta di questa esperienza andarono bene anche i successivi tornei: Santa Croce sull’Arno, Prato, al Trofeo Bonfiglio entrai nel tabellone principale, per concludere con gli International Junior Championships in Belgio. Fu l’anno in cui vinsi il Campionato Italiano di Doppio Under 18.

Oggi come oggi il livello fisico dei giocatori junior si è molto alzato e la tendenza è quella di far fare esperienze internazionali già nei tornei “open”. Nonostante noi italiani siamo molto rallentati dalle dinamiche familiari, abbiamo comunque anticipato il debutto nel professionismo. Una delle ragioni per cui si tende a bruciare le tappe è la mancanza parziale o totale di risorse economiche, che porta molti genitori e coach a prediligere le scorciatoie.

Credo che il giusto equilibrio sia sempre la scelta migliore. Personalmente consiglio una programmazione mista, alternando esperienze juniores a quelle open, cercando soprattutto di miscelare tornei dove si “rischia” di perdere a tornei dove si “rischia” di vincere! Ma ancora più importante è che l’atleta, il coach, la famiglia, siano focalizzati su un Progetto Performance, ovvero di miglioramento tecnico-tattico-fisico-mentale, diversamente si rischiano situazioni di ansia da prestazione e il “fallimento” anche morale.

Author: Tennis Olistico

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